mercoledì 10 aprile 2013

Sostegno psicologico: bioenergetica sostenibile

Un progetto della SIAB per offrire sostegno psicologico a un prezzo agevolato. Il numero di telefono della sede di Milano (393 3172437) è il riferimento per tutto il nord Italia, anche per Bergamo e provincia.

venerdì 18 gennaio 2013

Il lavoro di una vita


Stimatissimo collega,
Le invio, per un parere clinico, il paziente XY.
Ritengo assolutamente illustre ed encomiabile il Suo lavoro accademico e conosco di fama la Sua vasta esperienza clinica. La motivazione sottintesa al mio invio, onestamente, oltre ai motivi sopra citati, è dovuta anche al Suo impegno nella collaborazione alla stesura della prossima edizione del DSM.
Il paziente che le invio, risponde infatti perfettamente ai criteri diagnostici di un disturbo di personalità che finora non è stato incluso in nessun manuale! Sul tal disturbo, a cui fra breve accennerò fugacemente, ho scritto un articolo (tuttora inedito) che mi permetto di allegare a questa mia.
Tal disturbo, essendo pervasivo, inflessibile, di lunga durata e, soprattutto, gravemente invalidante, rientra secondo la mia opinione, nei disturbi di personalità (suggerirei, per alcune evidenti affinità e somiglianze e analogie con gli altri disturbi della categoria, un inserimento nel “cluster a”). Il nome che mi sono permesso di dare a tale disturbo è:
“Disturbo inesistente di personalità”.
Mi rendo conto che la dizione può dar luogo ad ambiguità (sembra che sia il disturbo a essere inesistente), tuttavia la logica e il buon senso del clinico verranno certamente in soccorso alla comprensione: non potremmo certo diagnosticare un disturbo inesistente! Ritengo che questa dizione sia preferibile all’alternativa “Disturbo da personalità inesistente”, in quanto qua l’ambiguità è più sottile e infida. I soggetti con questo disturbo hanno una personalità tutt’altro che inesistente: sono i soggetti stessi a non esistere! Converrà con me che, data la sottile linea di demarcazione fra le due situazioni, è meglio evitare ambiguità a partire dal nome.

Veniamo dunque a XY.
Il soggetto, semplicemente, non esiste. Fin dai primi appuntamenti il fatto si è reso evidente per la assoluta assenza di XY. Nonostante la terapia prosegua ormai da diversi mesi, il paziente persiste nella sua non esistenza. Chiaramente un farmaco utile a questa tipologia di persone (e ricordiamoci che parliamo di persone, non solo di “pazienti” o “casi”!) non esiste! Figuriamoci: non esiste neanche una categoria diagnostica! Questo, se mi permette, è un assurdo: si pensi a quante sono solo nella nostra città le persone che non esistono! Mi permetto una stima (badi bene, al ribasso!): almeno qualche centinaia. 
Capisce dunque l’urgenza (e l’enfasi dei toni), di questa lettera e di questo invio!
Spero che la Sua esperienza e la Sua posizione nel mondo accademico possano portare l’attenzione della comunità scientifica su questo disturbo che, sebbene sia statisticamente rilevante, è finora passato inosservato. Quanto a me, mi accontento di aver contribuito seppur in maniera minima e insignificante rispetto a quanto sarebbe in Suo potere, all’ampliamento della conoscenza della psiche umana, nonché al benessere di molte anime sofferenti! (Non nascondo che mi piacerebbe anche veder pubblicato il mio articolo che, mi permetto di ricordarLe, Le allego).
E spero voglia scusare i toni concitati della mia scrittura, ma è un argomento che mi sta molto a cuore (il lavoro di una vita!).

In fede, e con stima imperitura,
   Dott. [omissis]




Nota:
Il destinatario di questa lettera, pochi mesi dopo averla ricevuta, pubblica un articolo, in gran parte copiato da quello del dott. [omissis], sulle persone inesistenti. L’articolo ha enorme successo e il Disturbo Inesistente di Personalità entra a pieno titolo in tutti i manuali più importanti di psichiatria. Migliaia di persone inesistenti iniziano a essere curate e il loro numero cresce esponenzialmente. 
Il dott. [omissis] tenta una causa nei confronti dell’illustre collega ma, non avendo fondi per sostenere a lungo le spese legali, deve rinunciarvi. Poco dopo entra in uno stato depressivo e mostra i primi sintomi del disturbo di personalità da lui scoperto.
Attualmente, il dott. [omissis], non esiste.

mercoledì 9 gennaio 2013

Il corpo non mente

Inizia, a Brusaporto, un gruppo esperienziale di bioenergetica.
Qui sotto la locandina con i contatti per richiedere informazioni.

ATTENZIONE! L'evento "Il corpo non mente" è rimandato (stiamo aspettando di raggiungere un numero minimo di persone). La data dell'evento è quindi puramente indicativa.
Continuano invece gli esercizi del giovedì sera!
A presto!


E qui l'evento facebook: clic

venerdì 21 dicembre 2012

il giorno che il mondo è finito

[piccolo racconto apocalittico]


Tutti i giorni attraverso il parco. L'ho conosciuto lì. Si direbbe un barbone, avrà una trentina d'anni, anche se li porta male e ne dimostra un'eternità. Qualche volta mi son fermato a parlarci, di solito fa discorsi sconnessi, non si sa neanche con chi ce l'abbia, parla di fine del mondo, ma chi non lo fa di questi tempi.
Quantomeno non la prende in modo religioso, non dice pentitevi, dice qualcosa sui sogni.
Poi un giorno è cambiato qualcosa, l'ho visto sempre più triste. Lou (si chiama così, mi ha detto, sul suo cognome, poi, ci sarebbe un'altra storia, da raccontare, un'altra volta se ci sarà tempo), gli ho detto, che c'è? C'è che è sempre più tardi, mi ha risposto, ormai non so se ce la possiamo fare. A far che? A evitare l'inevitabile, mi sento come se stessi guardando una frana al rallentatore e non posso farci niente. Ti prego, mi dice con le lacrime agli occhi, ti prego, almeno tu, sogna!
Mi chiede spesso, cosa sogno, io raramente mi ricordo cosa sogno, qualche volta sì e ne parliamo, ride o si commuove con me.

Qualche tempo dopo, poco, lo trovo in lacrime, è fatta, non possiamo farci più niente. Come niente? dico. È finita, basta, hai sognato stanotte? Non ricordo… No! risponde, stavolta è diverso, non è che non ti ricordi, stanotte non hai sognato e basta. Nessuno ha sognato stanotte.

Ancora non capisci? il mondo è già finito.

Poche ore dopo, seduto al bar, sento una stretta al cuore, qualcosa come una separazione. Sento una goccia calda che mi scende lungo la guancia sinistra. Alzo lo sguardo dalla tazza di caffè e mi guardo intorno. Mi pare che tutti abbiano le lacrime agli occhi, una disperazione comune ma taciuta, quasi nascosta.

lunedì 1 ottobre 2012

giovedì 15 settembre 2011

Bioenergetica a Brusaporto - Bergamo

(Nuovi orari: giovedì dalle 19.45 alle 21.00, sempre a Brusaporto ma in via brembo 4)



Nuovo ciclo di classi di esercizi di bioenergetica: a Brusaporto, da giovedì 6 ottobre, dalle 18.45 alle 20.00.

sabato 14 maggio 2011

Psicologia di massa del berlusconismo 5. [una fiaba?]

Stanco delle continue e palesi finzioni e menzogne, delle contraddizioni in diretta, del teatrino sul nucleare e i referendum, della campagna diffamatoria durante le elezioni amministrative, Adam pensa: tanto vale dedicarsi alle storielle.
E allora gli viene in mente questa cosa, una fiaba inventata da lui o forse un sogno che aveva fatto.
La fiaba, parafrasando Andersen, si intitola “I vestiti nuovi dell'imprenditore”, e racconta di un imprenditore sempre all'ultima moda, che amava molto le feste e le belle donne. Un giorno arrivarono nel suo regno, regno imprenditoriale s'intende, due PR venuti dalle terre dei beduini e gli proposero di organizzargli la festa più grande che sia mai stata fatta, una cosa di cui si sarebbe parlato per generazioni, un party con donne bellissime, ottimo vino, cibi squisiti dove tutti si sarebbero divertiti eccetera eccetera. Adam pensa a che nome si possa dare a una festa del genere ma non gli viene proprio in mente niente.
E insomma, alla fine l'imprenditore accettò che questi misteriosi PR gli organizzassero la festa e questi iniziarono a darsi un gran daffare, a spostare mobili, a sistemare gli spazi della villa immensa dell'imprenditore. Dicevano che portavano un sound system modernissimo, degli addobbi all'ultimo grido, così raffinati da esser praticamente invisibili, vestiti, donne e così via.
Poi, finalmente la festa, gli ospiti.

Il giorno dopo, l'imprenditore si risveglia, male. Decine di coppie di occhi puntati su di lui e indici accusatori. Nei bagordi, sarebbe giaciuto con la donna sbagliata, una principessa dei Regni d'Oriente, causando l'ira di tutti. Come difendersi? Impossibile fuggire, inutile negare, è stato trovato a letto nudo.
Si alza in piedi in tutta la sua statura, è nudo, davanti alla folla, non gli han lasciato nemmeno il tempo di rivestirsi.
Un bambino subito zittito pudicamente dalla madre sussurra: “Com'è piccolo!”.
La sua difesa: “È impossibile che io abbia fatto ciò di cui mi si accusa. Sono impotente”.

Mentre dentro gelido scende il silenzio, nel giardino, una statua di ghiaccio raffigurante l'imprenditore, portata per l'evento, crolla.
 
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