domenica 30 gennaio 2011

Psicologia di massa del berlusconismo 2. [non resta che lo sdegno]

Adam inorridisce indignato. Gli scandali erotici che coinvolgono il premier hanno oltrepassato la soglia del ridicolo. Intercettazioni in cui la presunta nipote di un capo di stato dice di voler fare rivelazioni se non pagata. La stessa che, in un'intervista vergognosa non a caso tenuta da un giornalista esperto di gossip e non di politica, ritratta tutto. Come a dire tutto ok è arrivato il bonifico. La stessa ragazza di cui si è detto non ci ho fatto sesso e comunque non sapevo che fosse minorenne. Si fa pure avanti l'ipotesi di abbassare la maggiore età, che i giovani (le giovani soprattutto) oggi vengon maturi prima. E alla fine tutto è buttato sulla spettacolarizzazione, sulla finzione. I telegiornali si riempiono delle immagini dei corpi del presunto harem del capo. Che un impero nato sull'esibizionismo televisivo possa finire per uno scandalo televisivo, giustizia karmica, sembra una favola troppo bella, pur nel suo squallore, pensa Adam.
Ma nel mondo non c'è posto né per lieti fini, né per morali.
La realtà viene costantemente negata, le leggi o violate o create su misura. Siamo in pieno 1984, anzi peggio visto che 1984 è solo un libro, per di più appena ristampato dalla casa editrice di proprietà del presidente del consiglio, lo stesso che possiede la rete televisiva che propone il Grande Fratello, insulto a Orwell, e altri reality show. Quando la realtà è in tv, cosa resta per le strade? Solo i pazzi, come me, pensa Adam. Questo è un altro problema. Le strade sono state svuotate dalla televisione, quindi l'unica realtà percepita è quella decisa da chi ha in mano il telecomando, unico vero scettro contemporaneo.
Adam accende la televisione. TG3. Si parla di nuovo della presunta nipote di un forse ex capo di stato. Della sua Apparizione in una discoteca di Rimini, passata quasi inosservata, pochi dentro ad ammirarla, pochi fuori a protestare (contro chi?). I giornalisti intervistano i giovani fuori dal locale. Uno, ubriaco o fatto, spera Adam, dice che non crede che il presidente del consiglio “si sia fatto una minorenne. Anzi, se se l'è fatta anche meglio, buon per lui”.
Adam spegne, televisione e cervello, appena in tempo per sentire qualcosa di marcio che cerca di farsi strada nel suo inconscio, qualcosa come un nero insetto ripugnante che avvelena, morde, divora dall'interno.

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